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Giurisprudenza commentata |
Contratto di cash pooling: penalmente irrilevante ma solo a determinate condizioni
Cass. Pen.
Il ricorso, nell’ambito di un gruppo di imprese, al cd. cash pooling deve ritenersi, alla luce delle finalità che tale gestione unitaria della tesoreria del gruppo intende perseguire, lecito ma a condizione che vi sia una antecedente puntuale regolamentazione contrattuale dei rapporti interni al gruppo.
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Il liquidatore si nomina già nel procedimento per l’accertamento delle cause di scioglimento
Tribunale di Genova
Acclarata la sussistenza di due cause di scioglimento, il Tribunale delle Imprese, adito dai soci ex art 2485, comma 2, c.c., deve in ogni caso autonomamente valutare il tema della possibilità e dell’opportunità di procedere anche all’immediata nomina del liquidatore, posto che il sistema normativo disegnato dai novellati artt. 2485-2487 c.c. parrebbe prevedere due momenti distinti, rimettendo in ogni caso all’Assemblea, anche dopo la dichiarazione giudiziale della causa di scioglimento, la nomina del o dei Liquidatore/i.
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Rimborso della quota del socio recedente di s.r.l. mediante trasferimento della partecipazione agli altri soci
Tribunale di Roma
Il socio di s.r.l. che ha esercitato il diritto di recesso dovrà partecipare in proprio all’atto di trasferimento della partecipazione sociale in favore degli altri soci (o del terzo) i quali, peraltro, provvederanno a corrispondergli il corrispettivo di tale cessione nella misura determinata dagli amministratori
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La postergazione del finanziamento dei soci è applicabile anche alle s.p.a. chiuse
Cass. Civ.
Il principio di postergazione del rimborso del finanziamento dei soci è applicabile anche alle altre forme societarie, inclusa la società per azioni, se in concreto il giudice ritenga che l'organizzazione della società finanziata consenta al socio finanziatore di ottenere informazioni paragonabili a quelle di cui potrebbe disporre il socio di una società a responsabilità limitata, ai sensi dell'articolo 2476 c.c., in ordine alla sussistenza di un eccessivo squilibrio dell'indebitamento della società rispetto al patrimonio netto.
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Irregolarità contabili negli enti territoriali: il bilancio è un atto pubblico fidefacente
Cass. Pen.
Nell’ambito della contabilità degli enti pubblici territoriali, tanto al bilancio di previsione che al bilancio consuntivo va attribuita natura di atto fidefacente, in quanto il primo è espressione di una programmazione politico-gestionale munita del vaglio di attendibilità e veridicità, fonte di conoscenza dei programmi futuri dell'ente e del grado di avanzamento degli stessi ed il secondo fornisce la rappresentazione contabile delle attività svolte dagli amministratori nell'anno di riferimento...
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Vendita di quote sociali: il momento impositivo per la tassazione delle plusvalenze
Cass. Civ.
Ai fini della determinazione dei redditi diversi, secondo la Corte di Cassazione, la plusvalenza realizzata a seguito di cessione di partecipazioni assumerebbe rilevanza nel momento in cui si conclude il contratto di compravendita, mentre risulterebbe irrilevante la percezione o meno del prezzo.
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Anche le società pubbliche possono fallire: il caso del Casinò di Campione
Tribunale di Como
Alle società c.d. legali o di diritto singolare, per quanto non previsto da specifiche disposizioni della legge istitutiva, si applica il diritto societario, compresa la disciplina sulle procedure concorsuali.
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Passo indietro della Cassazione sulla definizione dell'interesse di gruppo per l'attribuzione di responsabilità ex d.lgs. 231/2001
Cass. Pen.
Come è noto, ai sensi dell'art. 5 d.lgs. 231 del 2001, la sussistenza della responsabilità da reato dell'ente collettivo si fonda su un duplice presupposto ovvero da un lato la circostanza che l'illecito sia stato commesso nell'interesse o a vantaggio ...
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Il privilegio mobiliare cooperativo tra diritto comune e diritto speciale
Tribunale di Milano
In tema di crediti di società cooperative, il riconoscimento del privilegio di cui all'art. 2751-bis, comma 1, n. 5), c.c. alle cooperative di produzione e lavoro non richiede la prova della mutualità prevalente, anche in considerazione del fatto che le previsioni di cui all'art. 82, comma 3-bis del D.L. 21 giugno 2013, n. 69, conv. in L. 9 agosto 2013, n. 98, che attribuiscono il detto privilegio nel caso in cui le cooperative abbiano superato positivamente o abbiano comunque richiesto la revisione di cui al D. Lgs. 2 agosto 2002, n. 220, non solo non sono limitate ai soli enti a mutualità prevalente, ma richiamano altresì la revisione prevista e disciplinata dal D. Lgs. 220/2002, che è prevista per tutte le cooperative, tanto quelle a mutualità prevalente, quanto quello a mutualità diversa.
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Il conferimento di beni in un trust non deve essere assoggettato all'imposta di registro in misura proporzionale
Cass. Civ.
Il trust non rappresenta "un atto avente per oggetto prestazioni a contenuto patrimoniale", cui applicarsi, in via residuale, l'imposta in via proporzionale del 3%, ai sensi dell'art. 9 tariffa allegata al D.P.R. n. 131/1986. Infatti, tale norma disciplina tutte le fattispecie fiscalmente rilevanti diverse da quelle indicate nelle restanti disposizioni, purchè , però, si tratti di fattispecie onerose, e, in questo specifico senso, aventi un contenuto patrimoniale
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